Cartalax
Peptide bioregolatore per la ricerca su rigenerazione tissutale, antinvecchiamento e salute dei tessuti connettivi.
Che cos’è Cartalax
Cartalax è un peptide bioregolatore a corta catena con un ampio impatto sistemico, dovuto principalmente alla sua azione sui fibroblasti, cellule ubiquitarie presenti in pelle, cartilagine, tendini, vasi sanguigni e reni. La letteratura indica che Cartalax influenza proliferazione e apoptosi attraverso diversi meccanismi molecolari, tra cui l’aumento del marcatore proliferativo Ki-67, la riduzione del segnale p53 e l’attivazione della via NF-kB. Nel complesso, queste azioni si associano a un miglioramento della vitalità cellulare, a una minore senescenza e a un possibile rallentamento dell’invecchiamento tissutale.
Per tali ragioni, Cartalax è spesso classificato come bioregolatore anti-aging: nelle osservazioni sperimentali restituisce alle cellule mature un profilo funzionale più giovanile, sostenendo i processi di omeostasi e riparazione dei tessuti.
Cartalax e salute della pelle
In modelli cutanei, Cartalax ha mostrato di aumentare la proliferazione cellulare, promuovere la rigenerazione dei tessuti e favorire il rimodellamento della matrice extracellulare, con risultati particolarmente evidenti negli organismi più anziani. L’effetto appare mediato dai fibroblasti dermici, le cellule principalmente responsabili della deposizione di collagene, elastina e glicosaminoglicani.
Evidenze sperimentali suggeriscono che Cartalax riduca l’apoptosi regolando le cascate caspasi-dipendenti e, in parallelo, inibisca la sintesi di MMP-9, una metalloproteinasi tipicamente sovraespressa con l’età e associata a degradazione della matrice. Contestualmente, si osserva un incremento dell’espressione di Ki-67 e del trasportatore CD98hc, entrambi meno intensi durante l’invecchiamento cellulare. Il risultato è un microambiente dermico più anabolico, favorevole a tonicità, integrità strutturale e tempi di riparazione più rapidi.
Fibroblasti, cartilagine e tessuti connettivi
I fibroblasti sono tra le cellule più versatili dell’organismo: orchestrano la produzione di matrice extracellulare in pelle, osso, tendini e cartilagine. Sebbene non vi siano studi clinici specifici che colleghino direttamente Cartalax alla cartilagine, l’ampia letteratura su fibroblasti e bioregolazione lascia ipotizzare benefici indiretti sulla omeostasi cartilaginea. In particolare, Cartalax è stato associato alla modulazione di vie e mediatori rilevanti per i fibroblasti, tra cui AP-1, NF-kB, c-Jun, CCN1, TGF-β, TNF-α e diverse metalloproteinasi (MMP-1, MMP-3, MMP-8, MMP-9), oltre a processi di glicazione che influiscono sull’elasticità dei tessuti.
Il modo più corretto di interpretarne l’azione è come agente di bilanciamento: Cartalax non agisce su un singolo bersaglio, ma contribuisce a normalizzare la funzione globale dei fibroblasti, migliorando l’equilibrio fra degradazione e neo-deposizione della matrice. Questo aspetto è particolarmente rilevante nelle cellule invecchiate, dove la dis-regolazione delle vie catabolico-anaboliche è più marcata.
Cartalax e salute renale
Studi su colture cellulari renali indicano che Cartalax può aumentare la proliferazione e insieme ridurre i marker di invecchiamento come p16, p21 e p53. È stato inoltre osservato un incremento dell’espressione di SIRT-6, sirtuina fortemente correlata alla senescenza: livelli bassi di SIRT-6 sono considerati un potenziale innesco della senescenza cellulare. Questi dati si inseriscono in un filone precedentemente avviato da ricerche su estratti polipeptidici renali, che mostravano miglioramenti nella rinnovanza cellulare in reni anziani, con coinvolgimento di peptidi brevi analoghi a Cartalax.
Vie molecolari: proliferazione, apoptosi e segnali di stress
L’azione di Cartalax si articola su tre cardini:
- Proliferazione: incremento di Ki-67 e di altri marcatori pro-ciclaggio con conseguente aumento della frazione proliferativa.
- Apoptosi: down-regulation dei segnali p53-dipendenti e modulazione delle caspasi, con riduzione della morte programmata in condizioni non patologiche.
- Infiammazione/Stress: attivazione modulata di NF-kB e regolazione di citochine e metalloproteinasi (inclusa MMP-9), con impatto diretto su rimodellamento tissutale, risposta allo stress e omeostasi della matrice.
In sintesi, Cartalax tende a spostare l’assetto cellulare verso un fenotipo più resiliente, sostenendo i processi di riparazione e limitando i driver chiave della senescenza.
Cartalax e invecchiamento cellulare
Cartalax rientra fra i bioregolatori geroprotettivi: gli effetti più marcati emergono nelle cellule più anziane, dove contribuisce a ripristinare programmi trascrizionali maggiormente compatibili con la funzione giovanile. Diverse analisi di espressione genica hanno evidenziato la modulazione di geni coinvolti nei percorsi dell’invecchiamento e nei processi riparativi (ad esempio componenti degli assi IGF, FOXO, telomerasi e fattori di segnalazione nucleari). Le variazioni osservate tendono a sostenere omeostasi tissutale, resistenza allo stress e qualità della matrice extracellulare.
Coerentemente con questo quadro, il peptide è oggetto di interesse in patologie del tessuto connettivo quali artrite, osteoporosi, malattia degenerativa del disco, gotta e alcune malattie sistemiche a carico del connettivo.
In sintesi
Cartalax è un peptide bioregolatore che agisce principalmente sui fibroblasti, migliorando proliferazione e riducendo apoptosi attraverso meccanismi che includono aumento di Ki-67, riduzione del segnale p53 e attivazione modulata di NF-kB. In pelle e in altri tessuti connettivi, favorisce rimodellamento della matrice, rigenerazione e stabilità strutturale, anche tramite controllo delle metalloproteinasi e della risposta infiammatoria. In ambito renale, associa aumento proliferativo a riduzione dei marker di senescenza e incremento di SIRT-6.
Grazie a questo profilo d’azione, Cartalax è considerato un candidato di interesse nella ricerca anti-aging e nella medicina rigenerativa dei tessuti connettivi, con l’obiettivo di prolungare la salute tissutale e di ristabilire una omeostasi cellulare più efficiente nelle cellule mature.






