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⚠️ Prodotto destinato esclusivamente ad uso di ricerca e laboratorio. Non per uso umano o animale.

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Cartalax (Bioregolatore)

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Cartalax è un peptide bioregolatore di breve catena con un ampio effetto sistemico, dovuto alla sua azione sui fibroblasti, le cellule responsabili della rigenerazione del tessuto connettivo.
Gli studi di ricerca hanno evidenziato che Cartalax favorisce la salute della pelle, dei tessuti connettivi e dei reni, aumentando la proliferazione cellulare e modulando positivamente i citochini e le molecole di segnalazione coinvolte nei processi di invecchiamento cellulare.

Nel complesso, questo peptide promuove la vitalità e la longevità cellulare, riducendo l’apoptosi (morte programmata delle cellule) e sostenendo i naturali processi di riparazione tissutale.
Grazie a queste proprietà, Cartalax è considerato un peptide anti-aging di grande interesse nella ricerca biomedica, capace di ripristinare la funzionalità delle cellule mature e migliorare la salute generale dei tessuti.

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Cartalax

Peptide bioregolatore per la ricerca su rigenerazione tissutale, antinvecchiamento e salute dei tessuti connettivi.

Che cos’è Cartalax

Cartalax è un peptide bioregolatore a corta catena con un ampio impatto sistemico, dovuto principalmente alla sua azione sui fibroblasti, cellule ubiquitarie presenti in pelle, cartilagine, tendini, vasi sanguigni e reni. La letteratura indica che Cartalax influenza proliferazione e apoptosi attraverso diversi meccanismi molecolari, tra cui l’aumento del marcatore proliferativo Ki-67, la riduzione del segnale p53 e l’attivazione della via NF-kB. Nel complesso, queste azioni si associano a un miglioramento della vitalità cellulare, a una minore senescenza e a un possibile rallentamento dell’invecchiamento tissutale.

Per tali ragioni, Cartalax è spesso classificato come bioregolatore anti-aging: nelle osservazioni sperimentali restituisce alle cellule mature un profilo funzionale più giovanile, sostenendo i processi di omeostasi e riparazione dei tessuti.

Cartalax e salute della pelle

In modelli cutanei, Cartalax ha mostrato di aumentare la proliferazione cellulare, promuovere la rigenerazione dei tessuti e favorire il rimodellamento della matrice extracellulare, con risultati particolarmente evidenti negli organismi più anziani. L’effetto appare mediato dai fibroblasti dermici, le cellule principalmente responsabili della deposizione di collagene, elastina e glicosaminoglicani.

Evidenze sperimentali suggeriscono che Cartalax riduca l’apoptosi regolando le cascate caspasi-dipendenti e, in parallelo, inibisca la sintesi di MMP-9, una metalloproteinasi tipicamente sovraespressa con l’età e associata a degradazione della matrice. Contestualmente, si osserva un incremento dell’espressione di Ki-67 e del trasportatore CD98hc, entrambi meno intensi durante l’invecchiamento cellulare. Il risultato è un microambiente dermico più anabolico, favorevole a tonicità, integrità strutturale e tempi di riparazione più rapidi.

Fibroblasti, cartilagine e tessuti connettivi

I fibroblasti sono tra le cellule più versatili dell’organismo: orchestrano la produzione di matrice extracellulare in pelle, osso, tendini e cartilagine. Sebbene non vi siano studi clinici specifici che colleghino direttamente Cartalax alla cartilagine, l’ampia letteratura su fibroblasti e bioregolazione lascia ipotizzare benefici indiretti sulla omeostasi cartilaginea. In particolare, Cartalax è stato associato alla modulazione di vie e mediatori rilevanti per i fibroblasti, tra cui AP-1, NF-kB, c-Jun, CCN1, TGF-β, TNF-α e diverse metalloproteinasi (MMP-1, MMP-3, MMP-8, MMP-9), oltre a processi di glicazione che influiscono sull’elasticità dei tessuti.

Il modo più corretto di interpretarne l’azione è come agente di bilanciamento: Cartalax non agisce su un singolo bersaglio, ma contribuisce a normalizzare la funzione globale dei fibroblasti, migliorando l’equilibrio fra degradazione e neo-deposizione della matrice. Questo aspetto è particolarmente rilevante nelle cellule invecchiate, dove la dis-regolazione delle vie catabolico-anaboliche è più marcata.

Cartalax e salute renale

Studi su colture cellulari renali indicano che Cartalax può aumentare la proliferazione e insieme ridurre i marker di invecchiamento come p16, p21 e p53. È stato inoltre osservato un incremento dell’espressione di SIRT-6, sirtuina fortemente correlata alla senescenza: livelli bassi di SIRT-6 sono considerati un potenziale innesco della senescenza cellulare. Questi dati si inseriscono in un filone precedentemente avviato da ricerche su estratti polipeptidici renali, che mostravano miglioramenti nella rinnovanza cellulare in reni anziani, con coinvolgimento di peptidi brevi analoghi a Cartalax.

Vie molecolari: proliferazione, apoptosi e segnali di stress

L’azione di Cartalax si articola su tre cardini:

  • Proliferazione: incremento di Ki-67 e di altri marcatori pro-ciclaggio con conseguente aumento della frazione proliferativa.
  • Apoptosi: down-regulation dei segnali p53-dipendenti e modulazione delle caspasi, con riduzione della morte programmata in condizioni non patologiche.
  • Infiammazione/Stress: attivazione modulata di NF-kB e regolazione di citochine e metalloproteinasi (inclusa MMP-9), con impatto diretto su rimodellamento tissutale, risposta allo stress e omeostasi della matrice.

In sintesi, Cartalax tende a spostare l’assetto cellulare verso un fenotipo più resiliente, sostenendo i processi di riparazione e limitando i driver chiave della senescenza.

Cartalax e invecchiamento cellulare

Cartalax rientra fra i bioregolatori geroprotettivi: gli effetti più marcati emergono nelle cellule più anziane, dove contribuisce a ripristinare programmi trascrizionali maggiormente compatibili con la funzione giovanile. Diverse analisi di espressione genica hanno evidenziato la modulazione di geni coinvolti nei percorsi dell’invecchiamento e nei processi riparativi (ad esempio componenti degli assi IGF, FOXO, telomerasi e fattori di segnalazione nucleari). Le variazioni osservate tendono a sostenere omeostasi tissutale, resistenza allo stress e qualità della matrice extracellulare.

Coerentemente con questo quadro, il peptide è oggetto di interesse in patologie del tessuto connettivo quali artrite, osteoporosi, malattia degenerativa del disco, gotta e alcune malattie sistemiche a carico del connettivo.

In sintesi

Cartalax è un peptide bioregolatore che agisce principalmente sui fibroblasti, migliorando proliferazione e riducendo apoptosi attraverso meccanismi che includono aumento di Ki-67, riduzione del segnale p53 e attivazione modulata di NF-kB. In pelle e in altri tessuti connettivi, favorisce rimodellamento della matrice, rigenerazione e stabilità strutturale, anche tramite controllo delle metalloproteinasi e della risposta infiammatoria. In ambito renale, associa aumento proliferativo a riduzione dei marker di senescenza e incremento di SIRT-6.

Grazie a questo profilo d’azione, Cartalax è considerato un candidato di interesse nella ricerca anti-aging e nella medicina rigenerativa dei tessuti connettivi, con l’obiettivo di prolungare la salute tissutale e di ristabilire una omeostasi cellulare più efficiente nelle cellule mature.

Peptide Technical Data

Amino Acid Sequence Ala–Glu–Asp (AED)
Molecular Formula C12H19N3O8
Molecular Weight 333.29 g/mol
PubChem CID 87815447
Synonyms T-31, AED, SCHEMBL5324601, Alanyl-glutamyl-aspartic acid

Conservazione

Istruzioni di conservazione

Tutti i prodotti Pepticore Aminos sono realizzati mediante processo di
liofilizzazione (freeze drying), che garantisce la stabilità del prodotto durante la spedizione fino a
3–4 mesi.

Una volta ricostituiti (mischiati con acqua batteriostatica), i peptidi devono essere conservati in
frigorifero per mantenerne la stabilità. Dopo la ricostituzione restano stabili fino a
30 giorni.

Cos’è la liofilizzazione

La liofilizzazione è un processo di disidratazione, noto anche come criodesiccazione, in cui i peptidi
vengono prima congelati e poi sottoposti a bassa pressione. In queste condizioni l’acqua nel
flaconcino sublima direttamente da solido a gas, lasciando una struttura bianca cristallina e
stabile (peptide liofilizzato).

La polvere bianca può essere conservata a temperatura ambiente fino al momento della
ricostituzione con acqua batteriostatica.

Conservazione dopo la consegna

Mantenere i peptidi al freddo e al riparo dalla luce. Per utilizzi entro pochi
giorni, settimane o mesi è sufficiente la refrigerazione a temperatura < 4 °C
(39 °F)
.

I peptidi liofilizzati sono generalmente stabili a temperatura ambiente per diverse settimane o più;
se l’uso è previsto entro settimane o pochi mesi, questo stoccaggio è accettabile.

Conservazione a lungo termine

Per periodi di diversi mesi o anni si raccomanda lo stoccaggio in congelatore a −80 °C
(−112 °F)
, soluzione ottimale per preservare la stabilità del peptide.

Per ulteriori informazioni sulle corrette tecniche di conservazione visita:
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